Originaria di Trebaseleghe, dove
possedeva una grande villa, la famiglia Tiretta venne iscritta alla nobiltà
trevigiana nel 1443. Tra i suoi componenti vanta personalità che, nel bene e
nel male, si distinsero nella città e anche fuori dei confini italiani.
Qui ne nominiamo solo alcuni,
come Ortensio che nella seconda decade del Cinquecento fondò assieme al nobile
Antonio Azzoni Avogaro l’Accademia di lettere, musica e scherma la quale aveva
sede presso la sua casa alla Roggia (o Conegian Novello, come molti documenti
riportano).
Il Cavaliere Giovanni Battista, stimato
per la sua generosità e per la sua filantropia.
Gerolamo, sopranominato Bandito,
passato alle cronache per aver assoldato dei sicari per commettere sanguinose
vendette contro chi aveva l’ardire di contrapporsi alla sua famiglia e per
questo relegato nella lontana Dalmazia.
Il più “internazionale” componente
della famiglia Tiretta resta comunque Edoardo, o Edward, stravagante architetto
formatosi alla scuola dei Ricatti che, ancora giovanissimo, si trasferì in
Francia al seguito di Casanova con cui condivise il gusto per le avventure
amorose. Approdato successivamente a Londra, venne poi nominato sovrintendente
alle strade e agli edifici per la città di Calcutta dalla Corona inglese. Il
suo nome viene ricordato in tutte le guide della città indiana per aver fondato
il Tiretta Bazaar negli anni ottanta del Settecento e per aver realizzato il
primo cimitero cattolico di Calcutta, dove è ancora possibile trovare la tomba
della sua giovane moglie Angelica.
Ma torniamo al Cavalier Giovanni
Battista - di cui proponiamo un estratto dell’inventario degli oggetti presenti
nella sua casa alla Roggia - morto nel 1563 e ricordato da Bonifacio, nella sua
“Istoria di Trevigi”, con queste parole: “persona che per integrità della sua
vita, e per la magnificenza del suo animo, fu veramente un perfettissimo, e
onoratissimo gentiluomo. Il quale siccome vivendo era stato grande
elemosinario, e largo dispensatore de’ beni di fortuna, de’ quali egli molto
abbondò, così morendo, oltre molti altri doni, e legati da lui fatti, lasciò
due mila ducati al Monte di Pietà di Trivigi; acciocchè in perpetuo senza
alcuna usura si prestassero a’ poverelli, che dell’aiuto di questo luogo
avessero bisogno”.
La trascrizione dell’inventario
della casa alla Roggia si protrasse per più giorni.
Del giorno 17 febbraio,
riportiamo l’inventario della camera grande:
“In camera granda sopra la strada
apresso la sala et p.mo
Quatro pecj de (...) grandi a figure con
le sue arme Tiretta, et chieregata sulj cantonj
Sette tapedj de cassa cimaschadj
Sie casse de nogara
Uno quadro de nogara in mezzo la camera
con quatro casselle dentro
Uno scrigno de nogara
Tre casselle picole doj de ancipresso,
et una de nogara
Una letiera de nogare a collone con suo
cielo con la sua cariola sotto, et il letto dela cariola
Un paro
de cavedonj grandj con tutj le soj fornimenti, et uno mantese, lavoradj in
opera de laton
Un
fornimento da letto de damascho cremesin con coltrine sei, et sguazaronj
dentro, et fuora cetuando in calesella, con il banchaletto davanti de damascho,
et similmente la cuerta de damascho
Item in
ditta camera uno letto grande bon de cinque telle pien de piuma con cavazalj
con un stramazo de lana, un paiarizo de terlize etc.
Nella camera
contigua ala oltrascrita sopra la strada Et p.mo
Sie pecj de razj a figure con li suj
frisj senza arme altj braza quatro
Sie tapedj quatro zalj et doj rossi tutj
da cassa
Una quadro de nogara con otto casselle
dentro
Una lettiera de nogara intaiada a meze
colone, con letto, stramazo, paiarizo, et un cavazal
Un per de cavedonj de laton lavoradj a
canela con tutj li suj fornimentj, et mantese
Due cassellete de nogara da bancho de
leto
In el tinello
sopra la corte apresso la cusina
Tre pecj
de spaliera Bergamasche vergade zale, et verde, et un pezo per uso dela tavola
alte braza tre, con la sua tavola et trespedj de pezo
Doj casse vecchie de pezo
Una cardenciera depenta
Un par de cavedonj de laton antigi con
parte di fornimenti vechi cioe moleta et paleta
Un forcier de pezo depento vechio da pan
Item in la
camera granda sopra la corte et p.mo
Cinque pecj de spaliera vechi a brocha
Una antiporta de la porta che va in
laltro camarin
Sette casse de nogara (..) cinque
fodrade de pezo, et le altre due tute de nogara
Una tavola de nogara lavorada senza
caselle con li piedi lavoradj de intaio
Uno paro de cavedonj grandi de laton
caneladj con li soj fornimenti
Una
lettiera de nogara a collone con il suo sofitto, et cariola sotto, con li soj
fornimenti de raso cremesin cui tre listade de franze verde, et le altre doj de
damascho con friso doro che va davanti, et il guazaron davanti con il friso
doro, et arma, con la cuerta de damascho cremesin, et friso doro a torno, et il
banchaleto de damascho cremesin con franze verde, con letto paiarizo stramazo
et un cavazal.
Item
unaltro fornimento de spaliere cioe una spaliera granda, et un pereto picol che
va tra le fenestre pavonaze et verde
In el camerin
sopra la corte apresso ditta camera et p.mo
Un pezo de spaliera paonaza et verde
vechia.
Doi casse de nogara fodrada de pezo
Unaltra cassa de pezo depenta
Una letiera de nogara da pavison bassa
con quatro balle sulj cantonj, con letto et cavazal.
Item nele camere
de sopra, sopra la corte e di sopra dale oltrascritte et p.mo
Spaliere verde vechie pecj n. 5
Una
letiera in paravento, et cariola soto videlicet in una sola, con quatro
coltrine de bochassin bianco dorade, do vechie, et doj de meza vita con il suo
sguazaron davanti
Una cassa de ancipresso
Quattro casse de pezo vechie
Item un studieto in ditta camera, con un
scagnel, et banchette.”
E’ interessate
notare la ricchezza degli arredi, dal mobilio - costituito per lo più da
credenze e letti a baldacchino, con tanto di cielo e “coltrine” movimentate con
delle carrucole e materassi di lana o di piuma - alle suppellettili come le
coperte damascate, i tappetti e gli arazzi.
L’inventario è
in parte scritto in dialetto e spesso non è semplice trovare un corrispondente
con il linguaggio attuale, ma questo non impedisce di rilevare la fortuna di
cui disponeva Giovanni Battista Tiretta. Fortuna evidenziata ancor più nella
parte che riguarda l’inventario delle sue vesti:
“1563 die 5 Martij - furono
presenti Michiel fio de m.o Agustin boter in Treviso et m.o piero corteier q.
batista a San Lorenzo.
Se dichiara qualmente li beni
mobili che sono restanti oltra quelli sono descritti nel inventario videlicet
li infrascritti sono sta consegnati per la Mag.ca mad.a Sigismonda Cavaliere a Ms.
Alessandro Tireta interveniente per nome suo et del Sp. dottor ms. Hortensio Tireta
(come lui disse) et de presentia de mad. Rezina Tireta madre et intervenente
per nome de ms. Hieronimo Tireta suo fio.
Et primo
Uno
zibon de lovi cervieri coperto di veludo negro con una lista de veludo et
franza 3 de seda
Uno
zibon de martori coperto de raso negro con liste de veludo negro con doi
vergole
Uno saio
fodrado de martori coperto de raso con gasi taiado a torno
Uno
zibon fodrado de bolpe coperto de zambeloto con marizo con 3 cordoni de veludo
a torno
Uno saio
fodrado de bolpe coperto de zambeloto con marizo con cordoni de veludo sopra
Una
vesta longa de fuine coperta de sarze de seda rota in parte
Uno
zibon da cavalcar fodra de fuino coperto de tella thodesca
Un saio
de zambeloto senza marizo fodra parte de martorj parte de agnelj vechio
Uno
zibon fodra de zibelinj coperto de cendal cremisin rosso
Una
fodra de bassete negre de doi telli non messa in opera
Uno
zibon de veludo negro fodrado de raso
Uno saio
de veludo negro fodrado de tella con 3 man de gasi con un par de manege de
veludo destagade
Uno
zibon de damasco negro listado de veludo taiado con doi man de gasi et manege
longe de driedo
Uno saio
de damasco listado de veludo ut supra fodrado de tella
Uno
zibon de tabi (?) negro listado de tabi taiada con sie man de gasi
Uno saio
de tabi listado ut supra fodrado de tella
Uno
zibon de damasco negro listado de velludo vechio con disegno de vergole
Uno
zibon de zambeloto senza marizo schieto fodrado de ormesin
Brazza
sedese de veludo negro in pezza
Uno
rubin grando a smalto
Una
filzza (sic) de perle grosse de n. 42 con uno pendente con uno diamante et 3
rubini con 3 perle a quello atacate con larma Tireta dal roverso
Uno
colarin doro fatto in cadena con cinque rubini et quattro diamanti con quattro
perle picole per cadauno
zoia,
item uno gropo con le 4 perle senza rubin.”
Senz’altro un guardaroba di tutto
rispetto!
Giovanni Battista infatti
possedeva vesti di diverse tipologia e diversi tessuti: di velluto, di damasco
o in camellotto (zambeloto), un tessuto caldo fatto di pelo di cammello o di
capra. Quasi tutte le vesti poi erano foderate di pelliccia: volpe, martora o
zibellino.Ciò che ricorre con maggior frequenza sono gli zipponi, quelle casacche che in genere veniva portate sopra le calzamaglia, fatti con diversi tessuti e per diversi usi.
Resta il dubbio di cosa fosse la
“tella thodesca”, ma probabilmente si trattava di un antesignano del moderno
loden.
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