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giovedì 28 aprile 2016

Inventario della casa alla Roggia della famiglia Tiretta -1563




La famiglia Tiretta, di cui oggi proponiamo un estratto di un inventario del 1563, fu una delle più importanti e potenti famiglie di Treviso.
Originaria di Trebaseleghe, dove possedeva una grande villa, la famiglia Tiretta venne iscritta alla nobiltà trevigiana nel 1443. Tra i suoi componenti vanta personalità che, nel bene e nel male, si distinsero nella città e anche fuori dei confini italiani.
Qui ne nominiamo solo alcuni, come Ortensio che nella seconda decade del Cinquecento fondò assieme al nobile Antonio Azzoni Avogaro l’Accademia di lettere, musica e scherma la quale aveva sede presso la sua casa alla Roggia (o Conegian Novello, come molti documenti riportano).
Il Cavaliere Giovanni Battista, stimato per la sua generosità e per la sua filantropia.
Gerolamo, sopranominato Bandito, passato alle cronache per aver assoldato dei sicari per commettere sanguinose vendette contro chi aveva l’ardire di contrapporsi alla sua famiglia e per questo relegato nella lontana Dalmazia.
Il più “internazionale” componente della famiglia Tiretta resta comunque Edoardo, o Edward, stravagante architetto formatosi alla scuola dei Ricatti che, ancora giovanissimo, si trasferì in Francia al seguito di Casanova con cui condivise il gusto per le avventure amorose. Approdato successivamente a Londra, venne poi nominato sovrintendente alle strade e agli edifici per la città di Calcutta dalla Corona inglese. Il suo nome viene ricordato in tutte le guide della città indiana per aver fondato il Tiretta Bazaar negli anni ottanta del Settecento e per aver realizzato il primo cimitero cattolico di Calcutta, dove è ancora possibile trovare la tomba della sua giovane moglie Angelica.

Ma torniamo al Cavalier Giovanni Battista - di cui proponiamo un estratto dell’inventario degli oggetti presenti nella sua casa alla Roggia - morto nel 1563 e ricordato da Bonifacio, nella sua “Istoria di Trevigi”, con queste parole: “persona che per integrità della sua vita, e per la magnificenza del suo animo, fu veramente un perfettissimo, e onoratissimo gentiluomo. Il quale siccome vivendo era stato grande elemosinario, e largo dispensatore de’ beni di fortuna, de’ quali egli molto abbondò, così morendo, oltre molti altri doni, e legati da lui fatti, lasciò due mila ducati al Monte di Pietà di Trivigi; acciocchè in perpetuo senza alcuna usura si prestassero a’ poverelli, che dell’aiuto di questo luogo avessero bisogno”.
La trascrizione dell’inventario della casa alla Roggia si protrasse per più giorni.

Del giorno 17 febbraio, riportiamo l’inventario della camera grande:
“In camera granda sopra la strada apresso la sala et p.mo
        Quatro pecj de (...) grandi a figure con le sue arme Tiretta, et chieregata sulj cantonj
        Sette tapedj de cassa cimaschadj
        Sie casse de nogara
        Uno quadro de nogara in mezzo la camera con quatro casselle dentro
        Uno scrigno de nogara
        Tre casselle picole doj de ancipresso, et una de nogara
        Una letiera de nogare a collone con suo cielo con la sua cariola sotto, et il letto dela cariola
       Un paro de cavedonj grandj con tutj le soj fornimenti, et uno mantese, lavoradj in opera de laton
        Un fornimento da letto de damascho cremesin con coltrine sei, et sguazaronj dentro, et fuora cetuando in calesella, con il banchaletto davanti de damascho, et similmente la cuerta de damascho
        Item in ditta camera uno letto grande bon de cinque telle pien de piuma con cavazalj con un stramazo de lana, un paiarizo de terlize etc.

Nella camera contigua ala oltrascrita sopra la strada Et p.mo
        Sie pecj de razj a figure con li suj frisj senza arme altj braza quatro
        Sie tapedj quatro zalj et doj rossi tutj da cassa
        Una quadro de nogara con otto casselle dentro
        Una lettiera de nogara intaiada a meze colone, con letto, stramazo, paiarizo, et un cavazal
        Un per de cavedonj de laton lavoradj a canela con tutj li suj fornimentj, et mantese
        Due cassellete de nogara da bancho de leto

In el tinello sopra la corte apresso la cusina
        Tre pecj de spaliera Bergamasche vergade zale, et verde, et un pezo per uso dela tavola alte braza tre, con la sua tavola et trespedj de pezo
        Doj casse vecchie de pezo
        Una cardenciera depenta
        Un par de cavedonj de laton antigi con parte di fornimenti vechi cioe moleta et paleta
        Un forcier de pezo depento vechio da pan

Item in la camera granda sopra la corte et p.mo
        Cinque pecj de spaliera vechi a brocha
        Una antiporta de la porta che va in laltro camarin
        Sette casse de nogara (..) cinque fodrade de pezo, et le altre due tute de nogara
        Una tavola de nogara lavorada senza caselle con li piedi lavoradj de intaio
        Uno paro de cavedonj grandi de laton caneladj con li soj fornimenti
        Una lettiera de nogara a collone con il suo sofitto, et cariola sotto, con li soj fornimenti de raso cremesin cui tre listade de franze verde, et le altre doj de damascho con friso doro che va davanti, et il guazaron davanti con il friso doro, et arma, con la cuerta de damascho cremesin, et friso doro a torno, et il banchaleto de damascho cremesin con franze verde, con letto paiarizo stramazo et un cavazal.
        Item unaltro fornimento de spaliere cioe una spaliera granda, et un pereto picol che va tra le fenestre pavonaze et verde

In el camerin sopra la corte apresso ditta camera et p.mo
        Un pezo de spaliera paonaza et verde vechia.
        Doi casse de nogara fodrada de pezo
        Unaltra cassa de pezo depenta
        Una letiera de nogara da pavison bassa con quatro balle sulj cantonj, con letto et cavazal.

Item nele camere de sopra, sopra la corte e di sopra dale oltrascritte et p.mo
        Spaliere verde vechie pecj n. 5
        Una letiera in paravento, et cariola soto videlicet in una sola, con quatro coltrine de bochassin bianco dorade, do vechie, et doj de meza vita con il suo sguazaron davanti
        Una cassa de ancipresso
        Quattro casse de pezo vechie
        Item un studieto in ditta camera, con un scagnel, et banchette.”

E’ interessate notare la ricchezza degli arredi, dal mobilio - costituito per lo più da credenze e letti a baldacchino, con tanto di cielo e “coltrine” movimentate con delle carrucole e materassi di lana o di piuma - alle suppellettili come le coperte damascate, i tappetti e gli arazzi.
L’inventario è in parte scritto in dialetto e spesso non è semplice trovare un corrispondente con il linguaggio attuale, ma questo non impedisce di rilevare la fortuna di cui disponeva Giovanni Battista Tiretta. Fortuna evidenziata ancor più nella parte che riguarda l’inventario delle sue vesti:

“1563 die 5 Martij - furono presenti Michiel fio de m.o Agustin boter in Treviso et m.o piero corteier q. batista a San Lorenzo.
Se dichiara qualmente li beni mobili che sono restanti oltra quelli sono descritti nel inventario videlicet li infrascritti sono sta consegnati per la Mag.ca mad.a Sigismonda Cavaliere a Ms. Alessandro Tireta interveniente per nome suo et del Sp. dottor ms. Hortensio Tireta (come lui disse) et de presentia de mad. Rezina Tireta madre et intervenente per nome de ms. Hieronimo Tireta suo fio.
Et primo
        Uno zibon de lovi cervieri coperto di veludo negro con una lista de veludo et franza 3 de seda
        Uno zibon de martori coperto de raso negro con liste de veludo negro con doi vergole
        Uno saio fodrado de martori coperto de raso con gasi taiado a torno
        Uno zibon fodrado de bolpe coperto de zambeloto con marizo con 3 cordoni de veludo a torno
        Uno saio fodrado de bolpe coperto de zambeloto con marizo con cordoni de veludo sopra
        Una vesta longa de fuine coperta de sarze de seda rota in parte
        Uno zibon da cavalcar fodra de fuino coperto de tella thodesca
        Un saio de zambeloto senza marizo fodra parte de martorj parte de agnelj vechio
        Uno zibon fodra de zibelinj coperto de cendal cremisin rosso
        Una fodra de bassete negre de doi telli non messa in opera
        Uno zibon de veludo negro fodrado de raso
        Uno saio de veludo negro fodrado de tella con 3 man de gasi con un par de manege de veludo destagade
        Uno zibon de damasco negro listado de veludo taiado con doi man de gasi et manege longe de driedo
        Uno saio de damasco listado de veludo ut supra fodrado de tella
        Uno zibon de tabi (?) negro listado de tabi taiada con sie man de gasi
        Uno saio de tabi listado ut supra fodrado de tella
        Uno zibon de damasco negro listado de velludo vechio con disegno de vergole
        Uno zibon de zambeloto senza marizo schieto fodrado de ormesin
        Brazza sedese de veludo negro in pezza
        Uno rubin grando a smalto
        Una filzza (sic) de perle grosse de n. 42 con uno pendente con uno diamante et 3 rubini con 3 perle a quello atacate con larma Tireta dal roverso
        Uno colarin doro fatto in cadena con cinque rubini et quattro diamanti con quattro perle picole per cadauno
        zoia, item uno gropo con le 4 perle senza rubin.”

Senz’altro un guardaroba di tutto rispetto!
Giovanni Battista infatti possedeva vesti di diverse tipologia e diversi tessuti: di velluto, di damasco o in camellotto (zambeloto), un tessuto caldo fatto di pelo di cammello o di capra. Quasi tutte le vesti poi erano foderate di pelliccia: volpe, martora o zibellino.Ciò che ricorre con maggior frequenza sono gli zipponi, quelle casacche che in genere veniva portate sopra le calzamaglia, fatti con diversi tessuti e per diversi usi.
Resta il dubbio di cosa fosse la “tella thodesca”, ma probabilmente si trattava di un antesignano del moderno loden.